Il governo Lecornu affronta una crisi immediata con i Repubblicani
Sébastien Lecornu ha annunciato 18 ministri per il suo governo domenica sera, con molte riconferme e il sorprendente ritorno di Bruno Le Maire agli Affari Militari. Appena formato, l'esecutivo attira le ire dei Repubblicani, con Bruno Retailleau che denuncia la mancanza della rottura promessa, e minacce di censura dalla sinistra e dal Rassemblement National. La prima riunione di gabinetto è fissata per lunedì alle 16, prima del discorso programmatico martedì.
Ventisei giorni dopo la sua nomina a Matignon il 9 settembre 2025, Sébastien Lecornu ha svelato il primo lotto di 18 ministri domenica 5 ottobre, principalmente dalla 'base comune' che include Renaissance, Repubblicani (LR), MoDem, Horizons e UDI. Le riconferme includono Bruno Retailleau all'Interno, Gérald Darmanin alla Giustizia, Élisabeth Borne all'Istruzione, Rachida Dati alla Cultura e Catherine Vautrin al Lavoro. Le nuove entrate presentano il ritorno dell'ex ministro dell'Economia Bruno Le Maire agli Affari Militari; Roland Lescure all'Economia; Éric Woerth alla Pianificazione Territoriale; e primi ruoli ministeriali per Naïma Moutchou al Servizio Pubblico e Marina Ferrari allo Sport.
L'annuncio, dopo un weekend teso di negoziati, ha scatenato una crisi immediata all'interno dell'LR, che aveva accettato di partecipare domenica pomeriggio via videoconferenza. Riconfermato ma furioso, Bruno Retailleau ha twittato: «La composizione del governo non riflette la rottura promessa», e convoca un comitato strategico lunedì mattina. Il sindaco di Cannes, David Lisnard, minaccia di lasciare l'LR se la partecipazione è confermata, definendola angosciante. Rachida Dati difende l'unità: «Lasciare il governo ore dopo aver accettato di unirsi è giocare al caos e al disordine».
A sinistra, socialisti, ecologisti e Insoumis preparano un voto di censura dopo il discorso di martedì. Olivier Faure avverte: «La coppa è piena, e se le cose non cambiano, andiamo dritti alla censura». Marine Tondelier ironizza: «Dopo il bonus per gli incumbent, i macronisti inventano il bonus per l'incompetenza». Jean-Luc Mélenchon deride una «processione di revenants». Al Rassemblement National, Jordan Bardella critica la continuità senza rottura e minaccia: «È rottura o censura». Marine Le Pen aggiunge: «Le nostre braccia cadono».
Lecornu enfatizza un governo stabile per approvare un bilancio entro fine anno senza l'articolo 49.3, cercando compromessi. Una riunione di gabinetto è programmata per lunedì alle 16 con Emmanuel Macron, in mezzo all'instabilità parlamentare dopo lo scioglimento di giugno 2024.