I sindacati intensificano la pressione su Sébastien Lecornu in vista dello sciopero del 2 ottobre
Il gruppo intersindacale attende concessioni dal governo e scala le azioni contro il ministro Sébastien Lecornu. Uno sciopero nazionale è previsto per il 2 ottobre, che perturberà treni, metropolitane e scuole. I sindacati chiedono progressi su salari e condizioni di lavoro.
Il gruppo intersindacale, composto dai principali sindacati francesi, ha intensificato la pressione sul ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu mentre attende concessioni concrete dal governo. Un articolo de Le Monde del 1° ottobre 2025 riporta che i sindacati hanno organizzato proteste e riunioni per evidenziare le richieste, in particolare sui bilanci della difesa e le condizioni militari. 'Non molleremo fino all'annuncio di misure concrete', ha dichiarato un portavoce della CFDT in una conferenza stampa.
Lo sciopero del 2 ottobre rappresenta il culmine di questa mobilitazione. Le previsioni indicano gravi interruzioni nei trasporti: la SNCF si aspetta il 50% di cancellazioni sulle linee TGV e TER, mentre la RATP prevede interruzioni parziali sulle linee della metropolitana di Parigi. Nel settore educativo, le chiamate allo sciopero coinvolgono insegnanti e personale amministrativo, potenzialmente colpendo fino al 30% delle scuole primarie e secondarie, secondo stime sindacali.
Il contesto include tensioni continue sulle riforme delle pensioni e tagli al bilancio del settore pubblico. Lecornu, nominato ministro nel 2022, affronta critiche per il suo ruolo nelle negoziazioni. Sebbene il governo non abbia risposto ufficialmente, fonti suggeriscono colloqui in corso a Matignon. I sindacati uniti mirano a forzare rinegoziazioni entro la fine della settimana.
Questo sciopero si inserisce nel clima sociale teso della Francia, dopo le interruzioni lavorative di settembre. Non emergono contraddizioni significative tra le fonti: il pezzo intersindacale si concentra sulla pressione politica, mentre l'articolo sulle interruzioni dettagli i impatti logistici. Le implicazioni potrebbero includere ritardi economici e un maggiore scrutinio sulle politiche di difesa.