Cuba celebra anniversari della gioventù con discussioni su unità e continuità

Il presidente Miguel Díaz-Canel ha incontrato i fondatori dell'Associazione dei Giovani Ribelli e il personale di Juventud Rebelde per commemorare il 65º anniversario dell'AJR e il 60º della testata. Tenuto al Memoriale José Martí, l'evento ha evidenziato l'unità generazionale nella difesa della Rivoluzione. I leader della gioventù hanno condiviso esperienze su sfide attuali come il blocco USA e la prevenzione della droga.

L'incontro, guidato da Meyvis Estévez Echavarría, prima segretaria dell'Unione dei Giovani Comunisti (UJC), ha riunito veterani e giovani all'Avana. Ha segnato il 65º anniversario della creazione dell'AJR il 21 ottobre 1960, promossa da Che Guevara e comandata da Joel Iglesias, e il 60º anniversario di Juventud Rebelde, fondato il 21 ottobre 1965.

Fondatori come Amalia Catalá Álvarez hanno dichiarato: «La mia generazione ha avuto grandi meriti, ma quella di oggi ne ha di tremendi, e la torcia accesa dalla fondazione dell'Associazione dei Giovani Ribelli non si è spenta; quella torcia continua a crescere in voi.» Luis Enrique Colomé Dagnesses ha aggiunto: «La nostra lotta è stata dura, ma la vostra è più difficile, perché il nemico ha armi molto più sofisticate, come i social media.»

I leader attuali dell'UJC, FEU e FEEM hanno discusso incontri nazionali sull'impatto del blocco USA, sforzi antidroga nei luoghi di lavoro e nelle comunità, e Brigate di Lavoro Studentesco che contribuiscono all'agricoltura e all'igiene urbana. Fernando, primo segretario dell'UJC a Mayabeque, ha elogiato una colonna di giovani per il centenario di Fidel, simile a quella degli anni '60.

La vincitrice del Premio Nazionale di Giornalismo Juana Carrasco Martín ha riflettuto sulle sfide di Juventud Rebelde: «La battaglia è anche per le strade e sul lavoro, nel essere sempre sul campo.» Il vicedirettore Yurisander Guevara ha proposto di trasformare i media dell'UJC attraverso progetti che collegano i movimenti giovanili e i progressi in IA dalle facoltà universitarie per favorire il pensiero critico.

Díaz-Canel si è concentrato sul slogan dell'UJC: studiare, lavorare e fucile. Sul studiare, ha esortato a conoscere la storia, la cultura e l'identità cubana per difendere il socialismo come essenziale per la sovranità. Sul lavorare, ha citato collettivi che risolvono problemi in mezzo al blocco, all'esodo dei lavoratori e alle carenze, affermando: «Dove c'è più lavoro, ci sono sempre più risultati.» Sul fucile, ha sottolineato la partecipazione all'intera guerra del popolo. Ha ricordato i suoi legami personali con Juventud Rebelde dalla sua giovinezza, partecipando alle chiusure delle edizioni durante il Período Especial.

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