Nel programma 'Quotidien' di TMC questo giovedì 23 ottobre, Franz-Olivier Giesbert ha criticato duramente l'incarcerazione di Nicolas Sarkozy, portando a uno scambio acceso con il conduttore Yann Barthès. L'editorialista ha paragonato la situazione all'affare Dreyfus per difendere il pensiero critico. Barthès ha respinto l'analogia, sottolineando i rischi di contestare le decisioni giudiziarie.
L'atmosfera era elettrica sul set di 'Quotidien' questo giovedì 23 ottobre 2025, dove Franz-Olivier Giesbert, ex direttore di Le Figaro e Le Point, stava promuovendo il quarto volume della sua Histoire intime de la Ve République. Interrogato da Yann Barthès su cosa direbbe ai giovani di oggi, l'editorialista si è rapidamente concentrato sull'incarcerazione di Nicolas Sarkozy nella prigione de La Santé, iniziata martedì mattina, quasi un mese dopo la sua condanna nel processo libico.
Giesbert ha definito la questione 'vergognosa, è uno scandalo', affermando che 'i giudici hanno voluto prendersela con lui'. Ha criticato la sentenza come 'incredibile', derivata da un 'falso di Mediapart' e basata su 'presunzioni e impressioni' per un patto di corruzione, privo di fondamento legale. Di fronte a panelisti scettici, ha commentato: 'Sembrate trovare normale questa faccenda', chiarendo di non essere 'reputato sarkozysta'.
Quando Barthès gli ha chiesto se contestare una decisione giudiziaria non fosse rischioso, Giesbert ha ribattuto: 'Non mi tratterrò! Siamo in Francia', invocando 'lo spirito critico'. La tensione ha raggiunto l'apice con la sua provocazione: 'Per Dreyfus, sappiamo da che parte sareste stati. Soprattutto non bisogna contestare le decisioni della giustizia'. Barthès ha risposto: 'Sarkozy e Dreyfus?', rifiutando il paragone e notando in seguito: 'Avete comunque detto poco fa che sarei stato dalla parte sbagliata'.
Giesbert ha concluso: 'Sono indignato e morirò indignato, è anche francese'. Nel frattempo, l'incarcerazione di Sarkozy sta suscitando controversie all'interno del sistema penitenziario. Tenuto in isolamento, riceve un dispositivo di sicurezza senza precedenti: due agenti armati in permanenza, giustificato dal ministro dell'Interno Laurent Nuñez il 22 ottobre su CNews-Europe 1, a causa del suo 'status' e 'delle minacce che pesano su di lui'. Il sindacato UFAP-UNSA-Justice lo condanna come 'un dispositivo insensato, una follia securitaria, e soprattutto un'umiliazione senza precedenti per l'intero corpo penitenziario', con scorte aggiuntive durante le rare uscite dalla cella.