Video nascosto conferma che Pradas sapeva di dover monitorare il Poyo alle 12:32
Un video nascosto dalla Generalitat valenziana rivela che l'ex consigliera Salomé Pradas era consapevole del rischio idrologico nel ravin di Poyo e nel fiume Magro alle 12:32 del 29 ottobre 2024, il giorno dell'inondazione che ha causato 229 morti. Le immagini, fornite dopo una richiesta giudiziaria, mostrano Pradas che nota la necessità di monitorare questi corsi d'acqua. Ciò contraddice le affermazioni del governo di Carlos Mazón di non avere informazioni preventive.
L'inondazione DANA del 29 ottobre 2024 ha devastato la provincia di Valencia, uccidendo 229 persone e distruggendo aree in città come Catarroja e Paiporta. Un video registrato da una società di produzione assunta dalla Generalitat, nascosto per 11 mesi, conferma che Salomé Pradas, ex consigliera alla Giustizia e Interni coinvolta nel caso, sapeva della necessità di monitorare il ravin di Poyo e il fiume Magro a causa di allerta idrologiche alle 12:32. La giudice Nuria Ruiz Tobarra del Tribunale di Istruzione n. 3 di Catarroja ha richiesto il materiale all'esecutivo di Carlos Mazón (PP), che alla fine lo ha fornito.
Le immagini, catturate al Centro di Coordinamento Emergenze di L’Eliana, mostrano Pradas con Emilio Argüeso (il suo vice, anch'egli coinvolto) e Jorge Suárez (sottodirettore emergenze) che esaminano la situazione. Pradas annota su un documento intitolato «Rapporto numero due. Episodio meteo DANA - Ora: 12:15» frecce che indicano «Río Magro» e «Rambla del Pollo (sic)», oltre a «vigili del fuoco». Dice: «Se bisogna attivare, si attiva». Gli schermi mostrano l'evoluzione della tempesta.
Il trabocco del Poyo ha creato un'onda che ha spazzato via le località. I vigili del fuoco hanno interrotto il monitoraggio alle 15:00; il loro capo, José Miguel Basset, lo ha giustificato con «voglia di mangiare». Un altro video mostra Suárez che propone un'allerta di massa via mobile alle 17:00, all'inizio del Cecopi (17:10), ma è stata inviata alle 20:11, dopo che le vittime erano aumentate.
La registrazione è editata, e l'accusa popolare di Acció Cultural del País Valencià richiederà la versione completa. Il loro avvocato, Manuel Mata, afferma: «L'hanno manipolato». Fonti vicine a Pradas lo minimizzano: la priorità era comunicare le informazioni ai comuni secondo il piano. Ciò smentisce la teoria del «blackout informativo» attribuita ad Aemet e CHJ dal governo e dagli imputati.