In un'intervista esclusiva a Le Figaro, Laurent Wauquiez, leader dei deputati LR, esprime la sua ambizione persistente nonostante le crisi interne del partito. Crede che non ci sia un candidato naturale di destra per le elezioni presidenziali e si impegna a fare tutto per tirare la Francia fuori dalla sua decadenza. Questo avviene mentre si approfondiscono le divisioni tra Wauquiez e Bruno Retailleau sul bilancio e sull'unione della destra.
Laurent Wauquiez, eletto deputato nell'Alta Loira dopo lo scioglimento a sorpresa di Emmanuel Macron, ha perso la presidenza dei Repubblicani (LR) contro Bruno Retailleau un anno fa. Ora leader dei deputati di Droite républicaine (DR), ha aspettato nell'ombra di un ministro dell'Interno sotto i riflettori. 'Viene da lontano', sussurra un deputato, notando che ha dovuto 'mangiare il suo pane nero' e 'aspettare la sua ora'.
In questa intervista esclusiva a Le Figaro del 22 ottobre 2025, Wauquiez appare in grande forma e ironizza: 'Viviamo in un tempo meraviglioso, no?'. Diffida dei 'meteori in politica' e trae lezioni dalla crisi che scuote il suo movimento. Credendo che non ci sia un 'candidato naturale' a destra per le elezioni presidenziali – un'idea teorizzata da Nicolas Sarkozy a settembre che richiede una primaria –, Wauquiez si impegna a 'fare tutto' per tirare il paese fuori dalla 'sua decadenza'.
Queste dichiarazioni avvengono in mezzo a crescenti divisioni all'interno dell'LR. Bruno Retailleau, presidente del partito ed ex ministro dell'Interno, ha lasciato il governo Lecornu I per protestare contro la sua composizione. In un'intervista a Figaro, considera il progetto di bilancio 2026 'non votabile dalla destra', definendolo concessioni a 'deliri socialisti' e una 'miscela di lassismo e rinunce'. È contento di aver provocato una 'rottura immediata' e non esclude 'nessun dibattito, inclusa la censura'. Retailleau vede un ritorno alle urne come inevitabile, tramite scioglimento, dimissioni o referendum, ma rifiuta di chiedere le dimissioni di Macron.
Inoltre, le analisi evidenziano il ritorno del dibattito sull'unione della destra. Marine Le Pen pensava che fosse sepolto nel 2022, ma riemerge, come dimostrato dalla copertina di Valeurs actuelles del 15 ottobre con figure di destra ed estrema destra. Retailleau crede in un'unione attraverso gli elettori, non gli apparati, mentre editoriali come quello di Le Monde avvertono del pericolo di un riavvicinamento al RN, che rischia di allargare la finestra di Overton e far preferire agli elettori LR l'originale alla copia.
