Il partito Renaissance ha ufficialmente sostenuto Pierre-Yves Bournazel, candidato di Horizons, per le elezioni municipali di Parigi di marzo 2026 martedì 28 ottobre, emarginando Rachida Dati. La decisione, approvata da 14 su 16 membri della commissione nazionale per le investiture, rappresenta un'inversione dopo mesi di esitazione. Ha suscitato reazioni miste all'interno del partito.
Dopo diversi mesi di esitazione, Renaissance ha ratificato il suo sostegno alla lista di Pierre-Yves Bournazel durante una riunione del comitato politico parigino, seguita da una commissione nazionale per le investiture. La decisione è stata approvata da 14 su 16 membri presenti.
La settimana precedente, Franck Riester, vicesegretario generale del partito per le elezioni, aveva descritto il profilo del candidato di Horizons come «meno divisivo» di quello di Rachida Dati, ministra della Cultura. Questa scelta segna un'inversione strategica: il sostegno a Dati, che si è unita al campo di Emmanuel Macron all'inizio del 2024, sembrava assicurato solo pochi mesi fa. Si è eroso a causa delle sue dichiarazioni divisive, affari giudiziari in corso e, in particolare, l'episodio delle elezioni suppletive nella 2ª circoscrizione di Parigi il 21 e 28 settembre. Rachida Dati aveva ritirato la sua candidatura in cambio di un chiaro sostegno dai Repubblicani per le elezioni municipali, causando una «rottura di fiducia» con Renaissance, guidato da Gabriel Attal.
Circa quaranta dirigenti del partito parigini, tra cui Clément Beaune (ex ministro dei Trasporti), David Amiel (ministro junior per il servizio pubblico), Olivia Grégoire (deputata di Parigi) e Astrid Panosyan-Bouvet (ex ministra del Lavoro), hanno elogiato questa direzione in una tribuna pubblicata su L’Opinion. La vedono come una «scelta di coerenza» e «di pacificazione», notando che il Pierre-Yves Bournazel di 48 anni «ha proposto la via di una campagna positiva, intorno a valori e un progetto».
Il candidato ha risposto in una dichiarazione: «un segnale forte, un sostegno importante e decisivo». Tuttavia, la decisione non gode di un sostegno unanime tra i dirigenti parigini e alcuni ministri.