Sébastien Lecornu si dimette dopo 24 ore come primo ministro
Sébastien Lecornu, nominato primo ministro il 9 settembre 2025, si è dimesso il 6 ottobre, meno di 24 ore dopo aver presentato il suo governo, a causa di tensioni con i Repubblicani. Questo rende il suo governo il più breve della Quinta Repubblica. Emmanuel Macron gli ha chiesto di condurre negoziati definitivi entro l'8 ottobre.
La crisi politica francese raggiunge un nuovo picco con le rapide dimissioni di Sébastien Lecornu. Nominato primo ministro il 9 settembre 2025 per succedere a François Bayrou, rovesciato da un voto di sfiducia lo stesso giorno, il fedelissimo di Macron di 39 anni dal 2017 aveva il compito di formare un governo sostenuto dalla 'base comune' dei macronisti e della destra, cercando al contempo il sostegno socialista per i bilanci.
Il suo governo, presentato il 5 ottobre dopo un ritardo record di 26 giorni, includeva 18 ministri, 12 del team di Bayrou. Ha affrontato immediate minacce di mozione di sfiducia da parte del Rassemblement national (RN) e della sinistra. Le critiche interne sono aumentate, in particolare dal ministro dell'Interno Bruno Retailleau, anche presidente dei Repubblicani, insoddisfatto della nomina di Bruno Le Maire.
Il 6 ottobre, Lecornu ha presentato le sue dimissioni al presidente, dichiarando che 'le condizioni non sono più soddisfatte' a causa delle tensioni con i Repubblicani. Il suo mandato, più breve di quello di Michel Barnier (rovesciato nel 2024), evidenzia la fragilità della 'base comune'. Macron ha chiesto a Lecornu di guidare 'negoziati definitivi' per un compromesso entro la sera dell'8 ottobre.
Questo tumulto si inserisce in una cronologia più ampia: dopo lo scioglimento di giugno 2024, sono seguiti governi minoritari instabili, con mozioni di sfiducia ricorrenti. Nel frattempo, l'8 ottobre, una mozione di destituzione contro Macron presentata da La France insoumise (LFI) è stata dichiarata inammissibile dal bureau dell'Assemblea (5 a favore, 10 contro, 5 astensioni), con l'RN che si è astenuto. Mathilde Panot, presidente del gruppo LFI, ha accusato l'RN di 'salvare Emmanuel Macron'.