Il procuratore di Nizza ha chiesto venerdì pene sospese da 12 a 18 mesi di prigione e un divieto permanente dal servizio contro cinque poliziotti accusati di violenza e discriminazione nei confronti di due trafficanti di droga tunisini. L'incidente, avvenuto il 22 luglio 2025 nel quartiere Moulins, è stato rivelato da una registrazione audio. Il tribunale ha rinviato il giudizio al 10 novembre.
Cinque poliziotti di età compresa tra i 30 e i 48 anni, incluso uno con trent'anni di servizio, sono in giudizio per atti commessi durante l'arresto di due trafficanti di droga tunisini il 22 luglio 2025, nel quartiere prioritario Moulins a Nizza. Dopo l'arresto, durante il trasferimento in furgone alla questura, gli agenti avrebbero moltiplicato «insulti, scherni, violenze, piccole e grandi umiliazioni verso un individuo a causa della sua religione o origine», ha sottolineato il procuratore Damien Martinelli.
I fatti sono stati catturati da una registrazione discreta fatta da uno degli arrestati con il suo telefono. Al centro delle accuse: un Corano trovato nella borsa di uno dei trafficanti, usato per umiliarlo. Secondo l'accusa, la polizia ha strappato pagine per farne palline e infilarle in bocca. L'audio riprodotto nell'udienza rivela grida, singhiozzi, suoni di colpi e insulti razzisti da parte di un agente.
Nella loro difesa, gli imputati hanno negato la violenza pur ammettendo parzialmente gli insulti. Affermano che non si trattava di un Corano autentico ma di un documento trovato quella mattina in un cestino dei rifiuti, usato in un «delirio» per uno «scherzo di cattivo gusto» per «infastidire» l'individuo. Uno dei trafficanti, presente all'udienza, sta scontando 18 mesi di prigione per furto aggravato e un divieto di territorio di 10 anni. L'altro, assente e non parte civile, non ha partecipato al processo.
«Sono buoni agenti senza precedenti giudiziari o disciplinari, ma vi fidate ancora di loro, volete rivederli per le strade pubbliche?», ha chiesto il procuratore per giustificare il suo desiderio di rimuoverli dalla polizia nazionale. L'avvocato Éric Borghini, che rappresenta uno degli imputati, ha ribattuto: «Queste richieste sono allucinanti, avete chiesto la pena di morte, morte civile forse ma pena di morte comunque», rimpiangendo che un «trafficante di droga sotto OQTF» sia «trattato meglio degli agenti di polizia nazionali».