Iberdrola, Endesa e Naturgy hanno formalmente richiesto al Ministero per la Transizione Ecologica di prolungare la vita della centrale nucleare di Almaraz fino a giugno 2030. Il governo inoltrerà la richiesta al Consiglio per la Sicurezza Nucleare per la valutazione. Questa mossa arriva in mezzo a tensioni politiche ed economiche, con il sostegno regionale in vista delle elezioni in Estremadura.
I proprietari della centrale nucleare di Almaraz, Iberdrola (52,7%), Endesa (36%) e Naturgy (11,3%), hanno annunciato il 30 ottobre 2025, dopo un'assemblea straordinaria, la loro richiesta formale di estensione al Ministero per la Transizione Ecologica. L'estensione riguarderebbe entrambi i reattori: tre anni in più per il primo (fino al 1 novembre 2030, invece del 2027) e due per il secondo (fino al 31 ottobre 2030, invece del 2028). Situata a Cáceres, la centrale fornisce oltre il 7% dell'elettricità spagnola, equivalente a 4 milioni di abitazioni, ed è un motore socio-economico chiave in Estremadura, generando posti di lavoro qualificati.
Il Ministero, guidato da Sara Aagesen, ha confermato che inoltrerà la richiesta al Consiglio per la Sicurezza Nucleare (CSN) per il suo rapporto obbligatorio. Questo processo potrebbe durare fino a settembre 2027, vicino allo spegnimento previsto del primo reattore, con un 'punto di non ritorno' a marzo 2026 a causa dei cicli di combustibile (18 mesi) e della formazione del personale. L'opinione del CSN è vincolante solo se negativa; altrimenti, la decisione finale è politica e spetta al governo, che non ha concesso incentivi fiscali nonostante le richieste delle imprese.
La richiesta segue mesi di negoziati tesi, dopo un blackout di aprile che ha evidenziato il ruolo del nucleare nella stabilità dell'approvvigionamento. In parallelo, il CSN elaborerà il fascicolo di smantellamento, sebbene le aziende insistano per dare priorità all'estensione. Politicamente, riceve sostegno: la presidente dell'Estremadura, María Guardiola, ha eliminato l'ecotassa e indetto elezioni per il 21 dicembre, dove Almaraz sarà cruciale. La presidente di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, ha offerto collaborazione per difendere l'energia nucleare, notando che il 15% dell'energia di Madrid proviene da Almaraz, con 6 miliardi di euro di investimenti in sospeso.
La piattaforma Sí a Almaraz ha dichiarato: «Chiediamo al Governo di pensare ai cittadini... Decidete una volta per tutte di mantenere Almaraz.» Le aziende riaffermano il loro impegno per operazioni «sicure, affidabili ed efficienti», in linea con la revisione di sicurezza valida fino al 2030.
