Christian Tein offre alla Francia una decolonizzazione riuscita in Nuova Caledonia
Christian Tein, presidente del FLNKS, ha dichiarato di offrire alla Francia un'opportunità storica per riuscire nella decolonizzazione della Nuova Caledonia. Nel frattempo, la procura si oppone al suo ritorno nel territorio. Queste dichiarazioni arrivano in mezzo a tensioni continue sull'indipendenza.
Il 2 ottobre 2025, Christian Tein, presidente del Front de libération nationale kanak et socialiste (FLNKS), ha concesso un'intervista a Le Monde dalla Francia, dove si trova attualmente. Ha dichiarato: 'Offriamo alla Francia la possibilità di riuscire in una decolonizzazione per la prima volta nella sua storia'. Tein, figura chiave nel movimento indipendentista kanak, propone così un modo per risolvere lo status della Nuova Caledonia, un territorio francese d'oltremare in Oceania.
Questa dichiarazione arriva mentre la procura pubblica di Numea si oppone fermamente al ritorno di Tein in Nuova Caledonia. Secondo l'articolo di Le Monde dello stesso giorno, le autorità giudiziarie sostengono che il suo rimpatrio potrebbe turbare l'ordine pubblico, a causa dei suoi presunti legami con eventi violenti nel 2024 durante disordini su una proposta di legge elettorale. Tein, accusato di associazione criminale finalizzata alla criminalità organizzata, era stato evacuato in Francia per motivi medici dopo il suo arresto nel maggio 2024.
Il FLNKS, una coalizione indipendentista, da decenni si batte per l'autodeterminazione della Nuova Caledonia, elencata come territorio non autonomo dall'ONU dal 1986. I tre referendum sull'autodeterminazione tenuti tra il 2018 e il 2021 hanno visto la vittoria del 'no' all'indipendenza, ma con un'astensione massiccia tra i kanak, la popolazione indigena che rappresenta circa il 40% dei residenti. Tein enfatizza una decolonizzazione negoziata, sottolineando che 'la Francia ha un'opportunità unica per voltare pagina sulla sua storia coloniale'.
La procura evidenzia gravi accuse contro Tein e altri leader indipendentisti coinvolti nei disordini di maggio 2024, che hanno causato decine di morti e miliardi di euro di danni. Non è fissata una data per un possibile ritorno, e le negoziazioni sullo status del territorio rimangono bloccate dalla cancellazione del referendum previsto per dicembre 2024.
Questa situazione evidenzia le profonde divisioni in Nuova Caledonia, tra lealisti pro-francesi e indipendentisti kanak, in un arcipelago ricco di nichel ma segnato da disuguaglianze socio-economiche.