Il cantautore spagnolo Quique González ha pubblicato il suo nuovo album '1973', intitolato in onore dell'anno della sua nascita, e inizierà un tour a novembre. In un'intervista a elDiario.es, ha denunciato la normalizzazione della precarietà nella società e nell'industria musicale, difendendo il valore dell'arte al di là delle vendite di massa.
Quique González, con oltre 25 anni di carriera musicale dal suo album di debutto 'Personal' nel 1998, ha recentemente pubblicato '1973', un disco di 11 tracce mirato a 'guardare al futuro'. Il nativo di Madrid, che si sente 'molto a suo agio' nel gestire il suo team e le registrazioni, inizierà a novembre un tour di sale e teatri per celebrare queste composizioni, che descrive come 'un riflesso onesto e fedele del tipo di musicista che sono'.
In un incontro con i membri di elDiario.es moderato da Laura García Higueras, González ha criticato le pressioni delle multinazionali per 'rendimenti economici immediati' a scapito dello sviluppo artistico. 'Non consideriamo buono ciò che è mainstream o ha milioni di ascoltatori', ha affermato, aggiungendo: 'Non piacere a tutti o non riempire quattro WiZink Centers non significa che sei peggiore di altri artisti'. Ha usato un'analogia netta: 'Se il buono è solo ciò che vende tanto, McDonald's sarebbe il miglior ristorante del mondo'.
L'artista ha anche affrontato la precarietà sociale, notando come 'ci stanno abituando a considerare la precarietà la norma'. Ha citato l'esempio di qualcuno che guadagna 1.800 euro al mese ma paga 900 di affitto nel centro di Madrid: 'Non sei classe media se più della metà del tuo stipendio va a pagare dove dormi'. Lo considera 'pericoloso' e 'studiato' per prevenire le rivolte.
'1973' è stato uno dei suoi album più difficili, con disaccordi con un ingegnere del suono, ma salvato dal produttore Toni Brunet, che elogia: 'Ho bisogno di qualcuno che mi dia prospettiva'. González, la cui vocazione frustrata è il cinema, ha eseguito 'Salitre' (2001) e 'Preguntas sencillas' (2025) all'evento. Sulle liriche, ispirate a Bob Dylan, preferisce che mantengano un 'mistero' per l'interpretazione personale dell'ascoltatore: 'Siamo ansiosi di celebrare queste canzoni e di vedere le persone cantare con gli occhi chiusi ai concerti'.