Patto di rifondazione economica respinto dal FLNKS in Nuova Caledonia

Gli indipendentisti del FLNKS hanno respinto la proposta statale del 'patto di rifondazione economica e sociale', considerandolo iniquo. Questo patto, derivante dall'accordo di Bougival che denunciano, mira a rilanciare l'economia in crisi dopo le violenze di maggio 2024. Hanno presentato le proprie proposte, inclusa una tassa sui beni di alto valore.

Il 15 ottobre 2025, lo Stato e i suoi partner caledoni hanno avviato discussioni sul 'patto di rifondazione economica e sociale' delineato nell'accordo di Bougival, ancora respinto dagli indipendentisti del Front de libération nationale kanak et socialiste (FLNKS). L'economia caledona è in caduta libera: il PIL è sceso del 13,5% nel 2024, le finanze pubbliche sono esaurite e i ricavi fiscali sono diminuiti del 21% dopo le violenze di maggio 2024, che hanno causato 14 morti e miliardi di euro di danni.

La nuova ministra per l'Ultramar, Naïma Moutchou, ha partecipato via videoconferenza e ha dichiarato che 'la determinazione del governo rimane intatta' nonostante i ritardi dovuti alla situazione politica a Parigi. 'Il primo ministro Sébastien Lecornu ha fatto della Nuova Caledonia una priorità del governo. E il presidente della Repubblica condivide pienamente questa volontà di andare avanti. Andare avanti senza fretta, ma senza sosta', ha detto, citata da Les Nouvelles Calédoniennes. Ha annunciato una visita imminente per continuare il dialogo.

L'accordo di Bougival affronta incertezze politiche. Il suo primo passo, il rinvio delle elezioni provinciali alla primavera 2026, è stato approvato dal Senato il 15 ottobre con 299 voti contro 42. L'Assemblea Nazionale lo esaminerà il 22 ottobre, e la riforma costituzionale deve essere adottata entro fine anno. Una missione interministeriale guidata da Claire Durrieu sta lavorando a Nouméa sulla rifondazione del modello economico, con l'obiettivo di misure urgenti per stimolare l'attività e riforme strutturali.

Le principali richieste locali includono la conversione del prestito garantito dallo Stato di 1 miliardo di euro (PGE) in sovvenzione. Il presidente del Governo, Alcide Ponga, ha firmato martedì la seconda tranche di 240 milioni di euro, dopo i 560 milioni di marzo, condizionata a riforme fiscali approvate dal Congresso ad agosto in mezzo a tensioni.

Il piano prevede risparmi per 160 milioni di euro in tre anni, inclusi 27 milioni dalle indennità familiari, esenzioni fiscali per nuove imprese e una riduzione di 10 punti dell'imposta sulle società. Il FLNKS e altri movimenti lo definiscono 'iniquo'. Pierre-Chanel Tutugoro, presidente del gruppo UC-FLNKS al Congresso, ha declinato inviti a riunioni e ha presentato controproposte. 'L'unico percorso responsabile ed equo è aumentare le entrate pubbliche', ha detto, proponendo una 'legge del paese' per una tassa di solidarietà sui beni superiori a 840.000 euro. Nel 2019, secondo l'ISEE, il 20% più ricco deteneva il 44% dei redditi contro il 5% del 20% più povero, con disuguaglianze aggravate dalle sommosse.

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