Il 30 ottobre 2025, l'Assemblea Nazionale francese ha adottato per stretta maggioranza una risoluzione del Rassemblement National (RN) che chiede la denuncia dell'accordo di migrazione franco-algerino del 1968. Questo voto simbolico, sostenuto da deputati di destra, è il primo successo di un testo di estrema destra dal 1958. Minaccia di inasprire le tensioni tra Parigi e Algeri.
Il 30 ottobre 2025, l'Assemblea Nazionale francese ha approvato con 185 voti contro 184 una risoluzione proposta dal RN che chiede di 'denunciare' l'accordo franco-algerino del 27 dicembre 1968. Firmato sei anni dopo la guerra d'Algeria, l'accordo offre agli algerini facilitazioni specifiche per la circolazione, l'immigrazione e la residenza in Francia. Sebbene non vincolante dal punto di vista legale, questa adozione segna una vittoria simbolica storica per l'estrema destra, con Marine Le Pen che l'ha salutata come un 'giorno storico' e 'un passo' piuttosto che un punto di svolta.
Il testo ha ottenuto il sostegno di metà dei deputati dei Républicains (LR) e del gruppo Horizons, in mezzo a una bassa mobilitazione dei macronisti. Gabriel Attal, presidente del gruppo Ensemble pour la République, era assente durante il dibattito, con solo 40 del suo campo presenti, di cui 30 hanno votato contro. La sinistra ha condannato il testo come 'razzista', ma ha anche sofferto di assenze.
Questo voto evidenzia l'indebolimento del 'cordon sanitaire' contro l'estrema destra, una strategia europea nata negli anni '80 per marginalizzare le sue idee. In Francia, è emersa nel 1987, ma ci sono state brecce, come nelle elezioni municipali di Dreux del 1983. Si inserisce nelle tensioni franco-algerine accresciute dal spostamento politico a destra della Francia, dalla sua diplomazia pro-marocchina (riconoscimento nel luglio 2024 della 'marocchinità' del Sahara Occidentale) e dalle politiche repressive dell'Algeria. Il primo ministro Sébastien Lecornu sostiene la rinegoziazione invece della denuncia, enfatizzando una relazione guidata dagli interessi francesi.