Assemblea francese discute bilancio 2026 in mezzo a tensioni fiscali

L'Assemblea Nazionale francese continua i dibattiti sul disegno di legge finanziario per il 2026, rallentati da numerose modifiche e divisioni sugli aumenti delle tasse. Un sondaggio mostra che il 64% dei francesi si aspetta il rifiuto del bilancio, temendo più la censura del governo che le dimissioni del presidente. Il governo di Sébastien Lecornu mantiene la posizione di non utilizzare l'articolo 49.3, lasciandogli due mesi per ottenere una maggioranza.

I dibattiti sul bilancio 2026 nell'Assemblea Nazionale francese si stanno arenando, con oltre 2.500 emendamenti da esaminare entro fine ottobre. Il voto originariamente previsto per il 4 novembre sulla prima parte del disegno di legge finanziario (PLF) appare compromesso a causa del ritmo lento, con una media di circa 15 emendamenti all'ora. Giovedì 30 ottobre è riservato alla nicchia parlamentare del Rassemblement national (RN), lasciando solo venerdì e lunedì per procedere, come ha notato Marine Le Pen, presidente del gruppo RN: «Tutto procede molto lentamente. Non vedo come possiamo concludere l'esame di questi testi di bilancio».

Al centro delle tensioni, la tassa Zucman mirata alle grandi fortune è prioritaria per venerdì 31 ottobre. La destra, guidata da Laurent Wauquiez, si oppone fermamente agli aumenti delle tasse, approvando emendamenti come l'indicizzazione della scala dell'imposta sul reddito all'inflazione e l'esenzione fiscale totale per le ore extra. Wauquiez si è mobilitato su Instagram: «Noi, la destra, continuiamo a tenere la nostra linea: basta con le tasse, è sufficiente. Votiamo contro tutti gli aumenti». La sinistra ritiene impossibile esentare i beni professionali da questa tassazione, a differenza della destra che difende lo «strumento di lavoro», ricordando l'esenzione storica del 1981 concessa a Liliane Bettencourt da François Mitterrand.

Un sondaggio di Odoxa-Backbone Consulting per Le Figaro mostra che il 64% dei francesi (+12 punti) prevede il rifiuto del bilancio, con solo i sostenitori di Renaissance (54%) e i Repubblicani (50%) che sperano nell'adozione. Rinunciando all'articolo 49.3, Sébastien Lecornu deve negoziare in un'Assemblea senza maggioranza chiara, rischiando ordinanze se il disegno di legge fallisce entro due mesi. Gli editoriali criticano anche il debito che supera i 3.400 miliardi di euro e la spesa pubblica al 57% del PIL, proponendo un recente tramento dello Stato, mentre il bilancio della sicurezza sociale è accusato di diventare «autofago» tassando pazienti e operatori sanitari.

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