I dibattiti sul progetto di bilancio francese per il 2026 promettono di essere accesi nell'Assemblea Nazionale, con oltre 1.700 emendamenti presentati per la sezione dei ricavi. Il relatore di bilancio Philippe Juvin critica aspramente gli aumenti fiscali previsti e chiede tagli alla spesa pubblica. L'esame della commissione finanze inizia lunedì 20 ottobre, in un calendario ristretto.
I dibattiti sul bilancio 2026 all'Assemblea Nazionale iniziano questo lunedì 20 ottobre nella commissione finanze, a seguito della presentazione di 1.744 emendamenti sulla prima parte riguardante i ricavi, secondo il sito web dell'Assemblea. Questa cifra, leggermente inferiore ai 1.857 dell'anno precedente, supera l'obiettivo della commissione di 1.200, ma il presidente Eric Coquerel (La France insoumise) la considera un "numero normale di emendamenti per un PLF" e ritiene che il ritmo intenso permetterà di progredire.
Il relatore generale del bilancio, il deputato dei Républicains Philippe Juvin delle Hauts-de-Seine, ha espresso forti critiche in un'intervista a Les Échos pubblicata sabato. "Il progetto di bilancio include 14 miliardi in aumenti fiscali, è troppo. (...) Abbiamo bisogno dei minimi possibili di tasse nel bilancio 2026", ha dichiarato. Dei 30 miliardi di euro di sforzi previsti dal ministro Sébastien Lecornu, 17 miliardi mirano alla spesa, un equilibrio che Juvin vuole rivedere per priorizzare i tagli al bilancio.
Si oppone fermamente all'imposta sulle partecipazioni patrimoniali, che "avrà effetti su migliaia di PMI" e penalizzerebbe da 20.000 a 30.000 imprese. Difende anche il patto Dutreil, un meccanismo di sgravio fiscale per i trasferimenti di imprese familiari, volendo toccarlo solo "ai margini". Riguardo alla detrazione del 10% per i pensionati, sostituita da un importo fisso di 2.000 euro, la definisce "improvvisa" e suggerisce di mantenere il 10% con un tetto abbassato a 4.399 euro per nucleo familiare.
Juvin chiede di colpire più duramente piattaforme cinesi come Shein e Temu, ritenendo l'imposta di 2 euro sui piccoli pacchi "largamente insufficiente". Per la spesa, propone di ridurre la crescita dei posti pubblici da 8.459 a zero, eccetto Interni, Giustizia e Forze Armate, inclusi meno insegnanti. Altre misure includono il congelamento delle promozioni automatiche (eccetto categoria C), la non sostituzione di uno su tre funzionari in pensione e un piano di uscite volontarie al 70% dello stipendio.
Gli emendamenti evidenziano divisioni: Rassemblement national e alleati presentano circa 200, puntando a rendere esenti da tasse gli straordinari; Ensemble pour la République ne presenta oltre 300, alcune contestando misure governative come l'imposta sulle partecipazioni. La sinistra propone una tassa Zucman sui grandi patrimoni o una tassa sul patrimonio climatico, mentre le opposizioni uniscono LFI, LR e ciottistes contro il cambiamento della detrazione per pensionati. Senza usare l'articolo 49.3, i dibattiti in plenaria promettono di essere accesi entro il 24 ottobre.
