Nuova Caledonia: il parlamento approva il rinvio delle elezioni provinciali

Il Parlamento francese ha approvato il rinvio delle elezioni provinciali in Nuova Caledonia, originariamente previste per novembre, al più tardi entro il 28 giugno 2026. Questa decisione, approvata dall'Assemblea Nazionale il 28 ottobre e dal Senato il 29 ottobre, rappresenta un primo passo verso la ripresa dei dibattiti su una sensibile riforma istituzionale. Arriva in mezzo alla violenza di maggio 2024 e al fragile accordo di Bougival, respinto dagli indipendentisti.

Le elezioni provinciali in Nuova Caledonia, inizialmente programmate per novembre, sono state rinviate al più tardi entro il 28 giugno 2026. Questa misura, approvata dall'Assemblea Nazionale martedì 28 ottobre con 279 voti a favore contro 247, e definitivamente dal Senato mercoledì 29 ottobre, segna il terzo rinvio dalla grave violenza insurrezionale di maggio 2024 che ha precipitato il territorio in una crisi.

Il ritardo è legato al futuro dell'accordo di Bougival, firmato il 12 luglio, che prevede la creazione di uno «Stato della Nuova Caledonia» sancito nella Costituzione francese. L'accordo affronta anche il «disgelo» ultrasensibile del corpo elettorale, attualmente limitato ai residenti stabilitisi prima del 1998 e ai loro discendenti, una restrizione che infuria il campo lealista. I sostenitori del rinvio citano questo disgelo come giustificazione del ritardo, con l'obiettivo di aprire la strada a una legge costituzionale che trascriva l'accordo.

Tuttavia, il Front de libération nationale kanak et socialiste (FLNKS), la principale coalizione indipendentista, ha respinto l'accordo dopo la sua firma, affermando che «non esiste un accordo di Bougival». L'Union calédonienne si è opposta in modo simile. Per allentare le tensioni e rilanciare i negoziati, il governo ha modificato il titolo della legge organica, inquadrando il rinvio come avvenuto «in vista di un accordo consensuale sul futuro istituzionale della Nuova Caledonia», senza menzionare Bougival.

Durante i dibattiti all'Assemblea, il deputato indipendentista Emmanuel Tjibaou ha espresso una profonda diffidenza: «La fiducia nello Stato è chiaramente minata». La frettolosa inserzione di un disegno di legge costituzionale nell'agenda parlamentare ha riacceso le frizioni, evidenziando le divisioni persistenti tra indipendentisti e non indipendentisti in un arcipelago segnato da tensioni storiche.

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