Il governo francese ha annunciato la sospensione della riforma delle pensioni fino a gennaio 2028, una misura che costerà 100 milioni di euro nel 2026 e 1,4 miliardi nel 2027. Questa decisione, integrata nel bilancio della sicurezza sociale tramite una lettera rettificativa, mira ad alleviare le tensioni politiche nell'Assemblea Nazionale. Emmanuel Macron la definisce un semplice rinvio, mentre il primo ministro Sébastien Lecornu la chiama sospensione.
La sospensione della riforma delle pensioni del 2023 sotto il governo Borne sarà formalizzata giovedì 23 ottobre nel Consiglio dei Ministri attraverso una lettera rettificativa al disegno di legge sul bilancio della sicurezza sociale. Secondo questa lettera, rivelata da Les Echos, il costo sarà di 100 milioni di euro nel 2026 e di 1,4 miliardi nel 2027. Il finanziamento proverrà in parte dall'aumento del tasso di contribuzione delle organizzazioni complementari dal 2,05% al 2,25% nel 2026, e da una sotto-indicizzazione aggiuntiva di 0,5 punti delle pensioni nel 2027, per un totale di 0,9 punti rispetto all'inflazione prevista dell'1,75% (escluso il tabacco). Le pensioni e i benefici sociali saranno congelati nel 2026 per contenere la spesa pubblica.
Questa misura rinvia a gennaio 2028 l'aumento graduale dell'età legale di pensionamento a 64 anni e i trimestri richiesti per una pensione piena. Pertanto, la generazione del 1964 andrà in pensione a 62 anni e 9 mesi con 170 trimestri, invece dei 63 anni e 171 trimestri inizialmente previsti da ottobre 2026. Per la generazione del 1965, l'attuazione riprende nel 2028 con 171 trimestri invece di 172.
Politicamente, il primo ministro Sébastien Lecornu ha annunciato questa sospensione martedì 21 ottobre per soddisfare le richieste dei socialisti e del Rassemblement National, evitando un voto di sfiducia contro il governo il 16 ottobre. Il Partito Socialista la considera una 'vittoria'. Tuttavia, Emmanuel Macron, da Lubiana in Slovenia, ha dichiarato lo stesso giorno che non ci sarà 'né abrogazione né sospensione', ma un 'rinvio di una scadenza' al 1 gennaio 2028, finanziato con risparmi. Questa discrepanza complica le negoziazioni all'Assemblea.
L'aggiunta di questa misura ha posticipato l'esame in commissione della commissione affari sociali a lunedì 27 ottobre, secondo Frédéric Valletoux (Horizons), presidente della commissione. I deputati devono ripresentare i loro 1.400 emendamenti entro venerdì alle 17. I dibattiti nell'emiciclo inizieranno il 4 novembre, con un voto solenne previsto per il 12 novembre prima del passaggio al Senato. Il termine costituzionale di 20 giorni riparte da venerdì.