La commissione finanze dell'Assemblea Nazionale ha respinto lunedì 20 ottobre la tassa Zucman sui patrimoni molto elevati, proposta dalla sinistra. I deputati della coalizione di governo e del Rassemblement National hanno votato contro questo emendamento, che mirava a imporre un minimo del 2% sui patrimoni superiori a 100 milioni di euro. Il dibattito continuerà nell'emiciclo a partire da venerdì.
L'esame del progetto di legge di bilancio per il 2026 è iniziato lunedì 20 ottobre nella commissione finanze dell'Assemblea Nazionale, con il rifiuto immediato della tassa Zucman. Questo emendamento, sostenuto dai gruppi di sinistra (La France insoumise, Partito Socialista, ecologisti e comunisti), proponeva un'imposta minima del 2% sul patrimonio, inclusi gli attivi professionali, per i 1.800 contribuenti che detengono almeno 100 milioni di euro. «È il minimo della giustizia fiscale», ha insistito il socialista Mickaël Bouloux. L'ecologista Eva Sas ha aggiunto: «Sarebbe insopportabile tassare i pensionati, le classi medie, i malati, i disoccupati (…) mentre si esentano i più ricchi».
Il campo governativo e il Rassemblement National (RN) si sono opposti. Il primo ministro Sébastien Lecornu ha espresso opposizione alla misura. Il relatore generale Philippe Juvin (Les Républicains) l'ha definita «un deterrente per i nuovi imprenditori» che «prima distruggerebbe le imprese». Jean-Philippe Tanguy (RN) ha accusato la misura di favorire «un'onda di deindustrializzazione», notando: «Non spiegate come non tasserete gli attivi professionali».
L'economista Gabriel Zucman, promotore della proposta, ha reagito su X: respingere questa misura significa «difendere il 'diritto' dei miliardari a pagare zero». I dibattiti della commissione continueranno fino a mercoledì sera, prima dell'emiciclo venerdì con la presenza di Lecornu. In totale, saranno esaminati 1.400 emendamenti, con un voto solenne il 4 novembre. Il governo mira a ridurre il deficit pubblico dal 5,4% del PIL nel 2025 al 4,7% nel 2026, attraverso 14 miliardi di euro in nuove imposizioni e 17 miliardi in risparmi.
Altri emendamenti sono stati adottati, come la proroga del contributo differenziale sui redditi elevati (CDHR) fino a quando il deficit scenderà sotto il 3% del PIL, e l'indicizzazione parziale della scala dell'imposta sul reddito all'1% di inflazione per la prima fascia. È prevista una riunione di coordinamento per la coalizione di governo lunedì sera a Matignon, senza l'uso dell'articolo 49.3.
