Il governo francese ha annunciato che proporrà al Senato l'esame di due progetti di legge sulla fine della vita dopo il progetto di bilancio, per risolvere il dibattito prima delle elezioni presidenziali del 2027. Questi testi, approvati in prima lettura dall'Assemblea Nazionale alla fine di maggio, riguardano le cure palliative e l'aiuto a morire. Ritardi successivi dovuti alla crisi politica hanno posticipato la loro revisione inizialmente prevista per ottobre.
La portavoce del governo Maud Bregeon ha dichiarato in un'intervista a Le Parisien pubblicata il 18 ottobre che il governo proporrà al Senato di iscrivere i due testi sulle cure palliative e l'aiuto attivo a morire dopo l'esame del bilancio. «Questo dibattito deve essere risolto prima delle elezioni presidenziali del 2027», ha assicurato.
I due progetti di legge sono stati approvati in prima lettura dall'Assemblea Nazionale alla fine di maggio. Il primo, consensuale, riguarda le cure palliative. Il secondo, più sensibile, mira a creare un «diritto all'aiuto a morire» per autorizzare e accompagnare un paziente nell'autosomministrazione di una sostanza letale, o nella sua somministrazione se impossibilitato fisicamente, legalizzando così il suicidio assistito e, eccezionalmente, l'eutanasia.
Inizialmente, il Senato aveva previsto due settimane di esame a partire dal 7 ottobre, ma la censura del governo di François Bayrou ha causato un ritardo. Si è poi considerata una discussione a partire dal 20 ottobre, ma le dimissioni del primo ministro Sébastien Lecornu il 6 ottobre – seguite dalla riassegnazione – l'hanno impedita. Questi ritardi fanno temere di non riuscire a raggiungere un voto finale prima del 2027, che richiede due letture per camera. Il Senato, dominato dalla destra e dal centro, potrebbe emendare il testo sull'aiuto a morire.
«Siamo in una situazione di stallo», ha denunciato il deputato MoDem Olivier Falorni, promotore dei progetti, su France Inter il 18 ottobre. Secondo lui, «il gruppo di maggioranza LR [al Senato] sta facendo di tutto per impedire che questo dibattito avvenga». Esorta il governo a programmare i testi o a ricorrere a un referendum.