Pierre Gagnaire, uno dei migliori chef al mondo con 13 stelle Michelin, ha pubblicato un nuovo libro edito da Denoël, che mette in mostra la sua creatività duratura. In un'intervista esclusiva, enfatizza la necessità di dubitare per evitare di diventare isolato e cinico. Il libro evidenzia la sua unica libertà nel mondo della gastronomia.
Pierre Gagnaire arriva pochi minuti in ritardo per l'intervista, molto richiesto da tutte le parti. Seduto nel suo sobrio ufficio, a pochi passi dal suo ristorante con tre stelle Le Balzac, rivela uno spazio minimalista. Sulle pareti, fotografie stilizzate di verdure e un chiosco di street food africano attirano lo sguardo, mentre la sua collezione di arte contemporanea, sequestrata durante la bancarotta del 1996 del suo stabilimento a Saint-Étienne, non è stata ricostruita.
Stampe di Marc Riboud e altri fotografi, tutte tematiche intorno alla tavola, adornano la stanza, riflettendo il suo nuovo hobby. Su un mobile, alcuni libri dello chef sono impilati modestamente, con le copertine verso il basso, evitando qualsiasi mostra di ego. Una copertina di disco, 'Allez les Verts', fa un cenno alle sue radici a Saint-Étienne.
Il suo nuovo libro, pubblicato da Denoël, e questo incontro esclusivo dimostrano una creatività ancora vibrante. 'Bisogna sapere dubitare, altrimenti si rischia di diventare un vecchio burbero, solo e cinico', confida. Come pensatore libero e 'attualista' permanente, Gagnaire rispetta la letteratura culinaria senza esserne vincolato, mantenendo così il suo posto tra i più grandi.